Voglio provare a descrivere una cosa che a me ha dato ottimi risultati nella capacità di durare in un rapporto sessuale, e che mi dà ottime sensazioni in termini di EQ. È una forma di masturbazione in cui la finalità non è quella di venire, ma è quella di ascoltarsi e di interpretare le sensazioni per sviluppare una sorta di capacità di controllarsi e di controllare il processo dell’eiaculazione, per poi trasferirlo in pratica durante un rapporto sessuale.
È una cosa che penso che si relazioni con il concetto del lavorare sul pavimento pelvico, per cui lo scrivo qui.
È un esercizio che prevede la capacità di ascoltarsi, di capire la differenza tra tensione e rilassamento. Qualche informazione a riguardo per quella che è la mia esperienza in questo senso l’ho data in questa discussione, e penso che questa capacità vada sviluppata se ne si ha poca percezione, secondo me è così. Non si butta via del tempo quando lo si investe nel tentativo di raggiungere un obbiettivo, e un atteggiamento positivo è importante, anche se il risultato non è dietro l’angolo. Non si ottiene niente senza dare niente.
Io lo faccio così come lo descrivo. Sono sdraiato nel letto e mi procuro un’erezione; lo faccio attraverso l’immaginazione e la stimolazione manuale. Scrivo questo perché l’uso di materiale pornografico per fare ciò che descrivo toglie una fetta importante alla dinamica, perché questa cosa prevede ascolto: la concentrazione deve essere sulle sensazioni percepite e non su stimoli esterni.
Ottenuta l’erezione inizio a masturbarmi con un buon grado di eccitazione, immaginando un contesto sessuale attinente a quella che è la realtà sessuale con la quale mi confronto, o qualcosa di simile.
Facendo questo cerco di avvertire le tensioni che si generano nel mio sistema. Sono tensioni che avverto nel pene e nel pavimento pelvico; sono tensioni che mi spingono verso l’eiaculazione. Come le avverto cerco di allentarle, di dissiparle. Il modo migliore attraverso cui ci riesco è quello di rilassarmi. Avverto tensioni evidenti nel pene, nel pavimento pelvico, ma anche nei glutei. Appena le avverto cerco di eliminarle. Allentando le tensioni, dissipandole, posso continuare a masturbarmi senza raggiungere il PONR, il punto di non ritorno, senza avere la necessità di dovere fare un forte kegel per bloccare l’eiaculazione come viene descritto nell’edging. Anticipo il momento, elimino la tensione, e posso continuare a masturbarmi senza avere la necessità di eiaculare.
Allenandomi in questo modo, allenandomi ad ascoltare le sensazioni e imparando attraverso l’esercizio a controllarle, posso poi trasferirle in un rapporto vero. In caso di necessità posso avvalermi della capacità sviluppata attraverso la pratica di fare un kegel inverso. Potrei fare questo esercizio per molto tempo, ma poi mi annoio; 10-15-20 minuti sono sufficienti per me, l’importante è la qualità del lavoro. La riuscita nel mio caso è garantita, lo garantisco.
Durante questo procedimento io personalmente produco parecchio liquido pre eiaculatorio, lo dico per dovere di cronaca. Se alla fine del processo si sente l’esigenza di eiaculare lo si può fare, secondo me, anche se io non lo faccio. La finalità non è eiaculare o meno, è decidere quando farlo. Fare qualcosa da soli per poi essere capaci di farlo in coppia, durante un vero rapporto sessuale.
Per chi è estremamente sensibile agli stimoli, o per chi ha poca capacità di capire la differenza tra tensione e rilassamento, suggerisco questo approccio: in piena erezione provare a scappellarsi il pene, immaginando che sia come introdurre un pene in vagina. Farlo solo una volta, e cercare di capire quanta tensione si genera nel pene con un unico movimento. Se è tanta, ed è quel tipo di tensione che spinge verso l’orgasmo, imparare da lì come controllarla. Da lì ci vorrà molto tempo per ottenere un buon risultato, ma se non si parte neanche si arriva.
Saluti.