Io non credo, che questo Dott. inietta il sangue direttamente nel pene, anche perché con il continuo ricambio ematico che quest’organo subisce, il sangue ritornerebbe ben presto da dove lo ha prelevato, cioè nel sistema circolatorio sanguigno.😳
Io penso invece, che al sangue prelevato gli faccia subire un processo di centrifugazione, separando i marco elementi, globuli rossi e bianchi, ottenendo così il plasma, ricco di piastrine che prende il nome di PRP. Tra le molteplici funzioni che hanno le piastrine c’è anche quella di intervenire attivamente nel rilasciare i fattori di crescita, che stimolano la rigenerazione sia di nuovo tessuto connettivo nonché vascolare!!
Il PRP così ottenuto penso lo inietti, in numerose micro iniezioni, direttamente nella tunica albuginea, dove agisce come stimolatore di crescita di nuove cellule, e non solo, stimola anche le cellule staminali satelliti, presenti nelle fibrocellule del connettivo, ottenendo così una iperplasia indotta. Queste tecniche nell’ultimo decennio si stanno affinando sempre di più, trovando più campi di applicazione e risultano più sicure ed efficaci.
Forse a questo Dott. gli è venuta la brillante idea di applicare questa tecnica anche al pene, ottenendo risultati.
Ma anche in questo caso, per evitare solo un’ ispessimento della tunica, andrebbe affiancato anche una tecnica PE, per una reale espansione del tessuto, oltre che crescita. Non so, se in Italia c’è qualcuno che lo fa, bisognerebbe informarsi e comunque concludo, dicendo che tutto ciò è possibile!!
Un saluto.😜