Va bene, tocca à me di racontare una storietta di culo. Incominciamo col cominciamento, allora parliamo della mia prima donna.
Stavo in Cameroun, nelle montagne del Ovest. La gente era gentile, io ero l’unico bianchino (e molto biancho sono, anche tra Europei) nella mia età di 14 anni in un perimetro di 300 chilometri e andava in scuola locale come tutti gli altri. L’inizio, l’ametto, non era facile, mi hanno ben messo à prova sopratuttoo al calcio. Ma mi sono abituato e ho imparato à difendermi - e ho imparato che fa impressione di essere capace di correre piu veloce che tutti gli altri e anche saltare piu alto degli altri. White men can’t jump… non è sempre vero!
Ma c’era la lingua! O piuttosto le lingue (il Cameroun solo ne ha 180!) - perchè in Africa molti parlano giá lingua della madre, la lingua del padre (se viene d’un altro gruppo linguistico), la lingua del posto dove abitano, la lingua ufficiale (Francese nella parte dov’ero) e il Pidgin come lingua che quasi tutti capiscono un po. Io ero arrivato senza parlare il Francese, un po d’Inglese, il Tedesco e il dialetto Oberlandese…
Lasciamo il primo anno in scuola - o diciamo che ci son arrivato, ma non so neanche piu come. Mi ero fatto amici e tutto andava bene. Ma nel secondo anno arrivava una ragazza di Douala, dunque della capitale economica e lei era una stregha colla lingua d’acide. Mi faceva dei commentari e scherzi che io, sempre essendo un debutante nel Francese, avevo pena à capire. Ma arrivava anche una professoressa molto giovane, forse 25-26 anni, e ammetto di essere stato un po innamorato di lei. Una donna tipica del paese Bamileke, non troppo alta, ben ronda con un gran sorriso e un carattere sempre gioioso.
Un bel giorno, nella pausa delle dieci, quella ragazza mi faceva una frase che era particolarmente viziosa, e mio amico mi disse “Mais tu ne cognes jamais une femme?” (Ma tu no sbatti mai una donna?) - perche nei suoi occhi era normale d’argomentare a sberle se le donne andavano troppo lontano colle insolenze. Io, essendo timide e disorientato, rispondevo di “Ben, s’il le faut oui” (Be si, quando è necessario).
La professoressa che era in cortile per sorvegliare i studenti aveva sentito quel dialogo e veniva da me e mi disse “mi aspetti dopo scuola, ho qualcosa da spiegarti”. Io ero nervosissimo, ma lei era tutta gentile. Mi chiedeva se avevo capito cos’era successo e per me era difficile di spiegarlo. Alla fine ammetevo che credevo che “cogner” voleva dire “fottere” e per quella ragione avevo dato una risposta senza senso e valore.
Lei ha fatto una grande risata, poi mi guardava con un sguardo strano negli occhi chiedendomi che età avevo.”J’ai 14 ans, Madame la Professeur”. Lei faceva una piccola pausa, guardandomi dei piedi alla testa, poi prendeva i miei mani e mi disse “Senti, al Cameroun, à 14 anni sei già un uomo. Devi comportarti come un uomo!”
La mia faccia andava direzione colore ciliegia, perchè… naturalmente, io ero ancora vergine. Ma lei non mi lasciava e diceva con molto delicatezza senza parlare di ditagli imbarazzanti “C’è roba da imparare. Vieni à casa mia mercoledi pomerigio alle due.” e mi passava la mano tra i capelli con un gesto mezzo amicale, mezzo sensuale.
Oh che strani momento! Io ero convinto che lei mi farà una specie li lezione particolare come comportarsi colle donne insolente perche avevo capito che lei sapeva che quella ragazza di Douala mi faceva una vita male in scuola. Ero nervoso e non sapevo come preparami. E poi cosa dire ai genitori? Mi ero deciso a mentire per imbarazzo e per non dover spiegare tutta la storia. Quel mercoledi, ricordo di aver detto qualcosa di una festa d’anniversario e fuori casa mi lanciavo come un fulmine.
Ed eccomi à casa sua. Lei mi apriva la porta e mi faceva entrare senza dir niente. Chiudendo la porta, io gli diceva un buongiorno, e io li teneva la mano per salutarla. Ma lei, cosa faceva? Invece di farmi un ‘handshake’ come si fa dapertutto, apriva i bracci, mi stringeva contro suo petto abbondate e mi dava un bacio, ma Signori, un bacio in bocca che faceva suonare tutti i campanili del villagio al stesso tempo! E non si fermava, continuava e continuava ad impararmi come si fanno baci, da sensuale e tenero fino a salvaggio e ghiotto.
Quando mi lasciavo finalmente, ero vicino di mancamento e i miei pantaloni erano un po stretti per ragioni naturali. Fin’adesso, nessuno aveva parlato. Lei, senza pudore, metteva la mano sulla erezione e mi diceva “ma sei già un gran uomo, allora vieni! Ho una bella lezione à darti.” e mi dirigeva direzione letto.
E bella lezione era!
Due ore piu tardi, non aveva piu molte domande aperte sul tema del sesso. Lei mi ha imparato (che solidarità verso le sue compagne!) à dare piu piacere che à ricervere, e mi imparava alla prima lezione d’interpretare i segni del piacere femminile. Ne aproffito ancora oggi, di quella lezione! E siamo stati fortunati che c’era un temporale tropico che passava, perche lei era una buona professoressa ed io un buon studente che voleva dimostrare che la lezione era ben imparata. Ma che chiasso le donne sanno fare!
E alla fine, molto rilassati, abbiamo nemmeno parlato un po delle domande come parlare alle donne al Cameroun. Era facilissimo - bastava chiedere “Mi piaci, allora, hai voglia?” e la risposta era un si o un no. Basta, niente complicazioni, niente imbarazzo. Cosi lei faceva in un pomeriggio di stagione di pioggia, il cambiatmento di un ragazzo ad un giovane uomo.
Le lezioni perticolare si erano ripetate per alcune volte, con molto piacere mutuale. Lei, non essendo possessiva, mi dava anche aiuto per arrivare a cambiare da studente à praticante - con altre donne e ragazze.
Cosi, il mio ritorno in Svizzera quasi un anno dopo mi lasciava con un gran vuoto nell’anima e un gran problemo per i contatti colle donne europee.
Ma questo è un altra storia.