Ho continuato la conversazione nel post di Solvay, dove ho ricevuto anche una risposta da Tutt, uno degli utenti più attivi in quella discussione.
Riguardo al NIR, quando viene utilizzato in combinazione con la pompa a vuoto, solitamente si avvolge intorno al cilindro e si impiega a 850 nm per 20-30 minuti durante la sessione con la pompa. Finalmente sono riuscito a chiarire questo dubbio. Inoltre, sembra che il calore trasmesso dalla plastica del cilindro generi persino più calore sul pene rispetto all’applicazione diretta del pad. Per questo motivo, l’utente BDAgenda ha smesso di utilizzarlo in quel modo. Va detto, però, che l’utente disponeva di un pad NIR simile a quello che ho acquistato su Aliexpress, capace di raggiungere temperature superiori ai 50 gradi e privo di regolazioni per la terapia (essendo dotato di diodi composti da una parte a 660 nm e due a 850 nm). Al contrario, il modello che ho acquistato su Amazon, se impostato ad esempio al livello 4, mi consente di evitare temperature critiche e potenzialmente di continuare la terapia con la pompa a vuoto (che ancora non sto facendo) senza alcun problema.
Lo stesso utente, ha sollevato una considerazione interessante che riporto di seguito assieme a una parentesi che deriva proprio dalla scienza:
Messaggio originale di BDAgenda
I also strongly believe in the cool down of the elongated tissue at the max stretched size. Lots of info regarding this in healing of tendons. (elasticity can increase due to heat but then when the stretch is removed during heat it will elasticly snap back to the starting size without any plastic deformation)
Quando un tessuto umano viene riscaldato a temperature comprese tra 40°C e 43°C e poi sottoposto a una trazione che supera la sua capacità elastica, il modellamento del tessuto potrebbe diventare permanente, soprattutto se, la trazione viene mantenuta costante anche dopo che la temperatura ritorna alla norma. Sebbene possa sembrare ovvio, dato che la maggior parte delle nostre routine prevede sempre il riscaldamento, questo aspetto rende essenziale non solo il riscaldamento all’inizio di ogni sessione, ma anche il mantenere una trazione costante e controllata, anche dopo che il pene è tornato alla sua temperatura iniziale. Sentite qua: Il riscaldamento del tessuto favorisce la riorganizzazione delle fibre di collagene ed elastina, che sono i principali responsabili della resistenza e dell’elasticità. A temperature elevate (intorno ai 40-43°C), le fibre di collagene diventano più suscettibili alla ristrutturazione. Se il tessuto viene messo in trazione durante questo processo, la nuova disposizione delle fibre può diventare stabile. In altre parole, la trazione, insieme al calore, può favorire la creazione di nuovi legami tra le fibre di collagene, portando a una modifica duratura della struttura del tessuto. Anche dopo che il tessuto torna alla temperatura normale, la forma o la tensione mantenuta sotto trazione potrebbe essere mantenuta permanentemente, perché le fibre si sono riorganizzate in una nuova configurazione più allungata.
A questo punto, mi viene da pensare che nel futuro protocollo NIR + VED potrei adottare la seguente strategia: riscaldamento di 5 minuti, preparazione del pene con un massaggio di altri 5 minuti utilizzando lubrificante e/o olio vegetale, una versione più lunga del VED, come fa BuckFever (15 minuti suddivisi in 5-2-5-2-5), ed infine, NIR a 850 nm al livello 4 per 30 minuti, per stimolare la produzione di collagene nelle fibre allungate che hanno subito una deformazione plastica multi-assiale.
Un’altra informazione cruciale arriva dall’utente Tutt. Sebbene un’esposizione terapeutica a 850 nm agisca in profondità, stimolando la produzione di collagene nelle cellule target, non sembrerebbe causare una crescita eccessiva di collagene nella tunica albuginea per motivi biologici. Di conseguenza, non incrementerebbe né lo spessore né la resistenza alle forze di trazione.
C’è davvero tanta carne sul fuoco, non vedo l’ora di iniziare.