Dunque, in due parole:
il tessuto connettivo è visco-elastico, cioè ha sia le proprietà di tornare alla lunghezza iniziale, sia di opporre resistenza all’allungamento, sia di tendere a rimanere ad una certa lunghezza quando è stato stirato. Sono proprietà un pò contraddittorie tra di loro, tant’è vero che viscoso ed elastico sono quasi opposti come aggettivi.
Inoltre il tessuto connettivo ha la proprietà di crescere oltre la lunghezza iniziale quando è stato stirato oltre la lunghezza massima, in quanto è tessuto vivente; bisogna però che tale superamento sia lento e graduale, altrimenti si producono placche cicatriziali che, all’opposto, rendono il tessuto inestensibile per mesi o anni.
Per produrre una estensione avvalendosi delle proprietà visco-elastiche, bisogna imporre una tensione prolungata ma molto leggera. Per produrre invece creazione di nuovo tessuto connettivo è necessario utilizzare tensioni alte per breve tempo. E’ meglio fare questo quando si è ottenuta estensione viscoelastica completa, altrimenti non si farà altro che combattere contro la forza elastica. Pensate ad un elastico: all’inizio se lo stirate con forza relativamente alta, non riuscirete a deformarlo granchè; dopo molto tempo, quando si è per così dire ‘slabbrato’ con una forza bassa ma molto prolungata, la stessa forza sarà in grado deformarlo o addirittura romperlo.
Applicato al pene, ci porta al PE bifasico: una prima fase ad esempio utilizzando un estensore, una seconda utilizzando lo stretching manuale ad alta intensità oppure i jelqs.
Spero abbia un qualche senso.