Comunque la domanda iniziale è un falso dilemma: la questione non è tanto se aria o acqua, anche se alla fine quella ad aria è senza dubbio piu comoda. La questione, per conto mio troppo spesso ignorata è: quali sono le condizioni al contorno che facilitano l’uso della pompa? E’ da qui che partono le varie divergenze, ed è qui che si gioca tutto.
Se uno fuma e beve come un forsennato non potrà che aspettarsi risultati mediocri nel PE: la nicotina per esempio è un agente infiammatorio diretto della cute peninea e dei corpi cavernosi.
Bene non fa nemmeno la caffeina. Se uno ha il prepuzio tendente a parafimosi… spiace dirlo ma non deve fare PE. E’ come il gorilla che non ti fa entrare in discoteca: “voglio entrare nel locale, mi fai passare?” “No tu no”. “Ma perchè no?”. “Perchè no”. Ecco, uguale.
Poi dipende dalle condizioni funzionali e strutturali del pene e del reticolo pelvico-prostatico: se hai un pene curvo, non potrai aspettarti che risultati modesti nel PE.
Se a causa del PE ti sei infiammato la prostata e l’erezione conseguentemente diventa debole, oppure se la pregressa condizione del reticolo vascolare pelvico era già scadente prima di iniziare PE… spiace dirlo ma i risultati saranno modesti, e i sides saranno tanti.
Nessuno ne parla ma senza l’aiuto di sostanze vasoattive, generalmente assunte in forma di estratto secco e con titolazioni un minimo decenti, parlo per esempio di ginko biloba, muirapuama, ginseng, catuaba ed altri il pene NON avrà mai una naturale propensione all’espansione tissutale tale da sostenere sessioni intense e prolungate del vacuum device. La vera fase di “riscaldamento” è questa, oltre alle tecniche tradizionali.
Sessioni di pumping brevi sono come niente, opinione contestatissima, ma per me è così. Nelle fasi iniziali del pumping avrai sempre la massima riluttanza peninea: nessuno lo dice, lo sostengo solo io convintamente che all’inizio la depressione deve essere blanda ma prolungata. Blanda ma prolungata fino ad oltrepassare tranquillamente le 2 ore: allora lentamente i tessuti cominciano ad adattarsi e si può iniziare a fare pumping.
Per chi ha il prepuzio, trovo oramai praticamente indispensabile inserire una frazione di gel al mentolo mescolato col lubrificante (rigorosamente a base d’acqua) per scongiurare al massimo l’infiammazione dell’anello debole della catena: proprio lui, il prepuzio. Prima di aumentare la pressione, se il pene è “d’accordo” lo senti e lo vedi. Se non lo è dopo le prime 2 ore iniziali a pressione blanda, è meglio interrompere la sessione piuttosto che andare avanti solo per arrancare, vuol dire che per vari motivi lunghi da spiegare non ci sono le pre-condizioni minime: altro che lo stereotipo del manometro! Nel malaugurato caso che si dovesse ripetere l’episodio fallimentare, vuol dire non ci sono piu le condizioni “normali” di lavoro, in questo caso potrebbe tornare utile assumere una frazione di glicerolo vegetale disciolta in un litro d’acqua da bere alcune prima della sessione di pumping per tentare di ottenere una maggiore “compliance” del pene. Non trascurabile nemmeno la tenacità del legamento sospensore: più è spesso e resistente e meno sarà la protusione in avanti del pene che ne accentua i guadagni. La diversa influenza di tutti questi, e molti altri fattori concorrenti è la discriminante tra il successo l’insuccesso del vacuumpumping. Sebbene in linea di massima si possono delineare regole generali valide per tutti, qualche particolare aspetto può adattarsi o non adattarsi per motivi individuali su cui agiscono fenomeni complessi che possono coronare una buona e proficua sessione di vacuumpun come far affondare completamente ogni speranza di arrivare ad alcunchè